PER LA SCUOLA D’INFANZIA

PROGRAMMA DI INGLESE PER LA SCUOLA D’INFANZIA

Il metodo Language Consultants ideato per i bambini della scuola dell’infanzia

prevede l’utilizzo di strategie di insegnamento mediante le quali attivare tutte le facoltà intellettive dei bambini: l’intelligenza logico-matematica, linguistico-verbale, cinestetica, visivo-spaziale, musicale, intrapersonale, interpersonale, ecc. Ogni bambino possiede queste diverse intelligenze, anche se, naturalmente, qualcuno è più forte nell’intelligenza linguistica, qualcun altro in quella spaziale, altri ancora, in quella musicale. Seguendo un percorso formativo il bambino, ripetendo suoni e parole, potenzia la memoria verbale e acquisisce fluidità nell’espressione orale. È in grado, senza difficoltà, di imparare parole nuove, esprimersi con proposizioni semplici, rispondere a comandi e a domande formulate in lingua utilizzando le capacità in lui più spiccate. Ciò vuol dire che ognuno impara ad esternare la consapevolezza di quello che ha imparato anche attraverso il corpo e l’immaginazione attiva, in un processo che lo porta a migliorare la coscienza delle aspettative, delle motivazioni personali e la capacità di lavorare insieme agli altri bambini.

Educatori

Gli educatori parlano esclusivamente in lingua inglese. Ciò non deve far preoccupare l’adulto, in quanto il bambino acquisisce esperienze in maniera ludico-educativa. Il suo scopo non è parlare subito la lingua straniera ma familiarizzare con i suoni di una lingua diversa attraverso varie attività svolte insieme ai suoi coetanei e seguendo le indicazioni del suo educatore, con l’aiuto eventualmente della mimica (ad es. l’educatore chiede ai bambini di sedersi in cerchio facendo un cerchio con la mano e dice “sit down in a circle”).

Obiettivi formativi

Il progetto si prefigge di diventare un’attività complementare a quella didattica. Le attività ludiche – giochi e musica – sono strutturate in modo che il bambino possa utilizzare le strutture e il vocabolario in modo naturale. I giochi costituiscono un’efficace contestualizzazione per l’utilizzo di L2: i bambini desiderano giocare e, giocando, imparano. Per poter giocare in gruppo i bambini interagiscono ed è proprio l’interazione che contribuisce allo sviluppo delle abilità linguistiche. L’estensione e il consolidamento lessicale sono gli obiettivi primari di tutte le attività.

Diversificazione delle attività

Ogni argomento viene affrontato utilizzando diverse attività perché la capacità di concentrazione dei bambini è breve.

Variare e alternare momenti di forte concentrazione a momenti più rilassati, è un criterio fondamentale nell’organizzazione delle attività da svolgere.

Inoltre l’importanza di questo approccio deriva dalla considerazione che ogni individuo è portato ad apprendere in modo diverso. Gli studi sulle intelligenze multiple suddividono il modo di apprendere in diverse categorie:

  • Logico-matematico: apprendimento tramite osservazione, ipotesi, sperimentazioni.
  • Linguistico: apprendimento tramite espressioni orali, uditive e scritte.
  • Spaziale: apprendimento tramite visualizzazione.
  • Intrapersonale: apprendimento analitico che ricerca cause e soluzioni all’interno della cosa stessa.
  • Cinestetico: apprendimento tramite movimento.
  • Musicale: apprendimento tramite canzoni, suoni ritmati.
  • Interpersonale: apprendimento tramite interazione e cooperazione con gli altri.

Bisogna notare che nessuno di noi appartiene ad un’unica categoria, pertanto risulta indispensabile proporre attività multi sensoriali, che possano coinvolgere tutti e che diano a tutti la possibilità di apprendere al meglio.

Total Physical Response

Nella prospettiva multisensoriale il metodo assume un ruolo di primo piano.

Il metodo TPR consente di utilizzare tutto il corpo e quindi tutti i sensi nell’acquisizione linguistica. Asher ha sviluppato questo metodo d’insegnamento di L2 partendo dall’osservazione di come i bambini piccoli imparano L1. Non si impara la propria lingua madre memorizzando lunghe liste di vocaboli. Al contrario i bambini sono esposti per un lungo periodo a richieste, comandi, inviti da parte dei genitori o degli adulti, cui danno una risposta di tipo fisico – sorridono, guardano, ridono, etc. Passano diversi mesi prima che il bambino dica una parola, tuttavia in questo modo nel bambino si forma la consapevolezza di come funziona la lingua. In silenzio il bambino fa propri i meccanismi linguistici e i suoni di L1. Quando il bambino è riuscito a prendere coscienza dei meccanismi linguistici allora inizia a parlare, in modo non ancora perfetto, ma che verrà sviluppato col tempo. Allo stesso modo col metodo TPR i bambini eseguono ciò che viene chiesto dall’educatore che è in qualche modo il direttore dell’opera. Questo metodo risulta particolarmente efficace nell’acquisizione di nuovo vocabolario, che viene appreso velocemente, ma che viene fissato nella memoria a lungo termine e non destinato all’oblio con la stessa rapidità con cui viene appreso. Inoltre è un approccio divertente e privo di stress. Non si deve pensare che questo approccio funzioni solo coi più piccoli, al contrario, si è dimostrato molto efficace anche nell’insegnamento di L2 agli adulti.

I bambini e la musica

La musica può avere molteplici funzioni all’interno di una lezione in L2. La musica non è un momento puramente decorativo, ma già per lo stesso fatto di proporsi come elemento piacevole, rinforza la motivazione del bambino all’apprendimento di L2. La motivazione spesso scaturisce dal divertimento fornito dalle situazioni di apprendimento. La musica può fungere da sottofondo e accompagnamento in certe parti della lezione, come il “warm up”, la fase iniziale in cui il bambino si “riscalda” prima di essere immerso nella lezione.

E’ una fase in cui i partecipanti prendono gradualmente confidenza con L2 e serve spesso da revisione delle lezioni passate. Si possono utilizzare canzoni in lingua inglese note ai bambini oppure solo musica e chiedere loro di eseguire degli ordini a tempo di musica – velocemente se la musica è veloce, lentamente se è lenta – cambiare velocità se la musica cambia velocità. In tal modo la musica rafforza lo sviluppo fisico e sociale del bambino.

Non bisogna dimenticare, infatti, che l’insegnamento linguistico riguarda lo sviluppo della persona nella sua interezza e non un aspetto marginale. Musica vuole dire anche canzoni, le quali portano un diretto vantaggio nell’apprendimento di L2: sono spesso fonte di ripetizioni strutturali, lessicali e danno un apporto fondamentale per quanto riguarda la pronuncia e l’intonazione. Il miglior risultato si ottiene poi con quelle canzoni che ci riportano al TPR, ossia canzoni che colleghino movimenti o gesti alla parola.

Un esempio famoso di questo approccio è la canzone ‘Head & Shoulders’:

Head and shoulders

Knees and toes

Knees and toes

Head and shoulders

Knees and toes

Knees and toes

And eyes and ears

And mouth and nose

Head and shoulders

Knees and toes

In questa canzone i bambini devono toccare la parte del corpo che citano nella canzone.

In senso lato musica vuol dire ritmo e in questa sfera rientrano rhymes e chants il cui pregio principale è di consentire una ripetizione ritmata di strutture e frasi, metodo poi estendibile e applicabile in qualsiasi contesto.

Per quanto riguarda i bambini, la musica è parte della loro cultura, della loro vita. Le canzoni sono facili da ricordare e inoltre le canzoni parlano direttamente ai bambini. Per questo sono un ottimo strumento per l’insegnamento della seconda lingua.

Un approccio possibile per aumentare le conoscenze lessicali dei bambini sono le action songs.

Le action songs vengono generalmente insegnate con l’obiettivo di presentare un concetto particolare o un vocabolo, considerando anche i movimenti del corpo e l’azione (total physical response). Affiancata a ciascuna canzone d’azione vi sarà una conseguente attività. Ogni attività in realtà, è una somma di varie attività minori, che coinvolgono varie capacità.

Alla fine dell’esecuzione della canzone si può proporre un gioco per verificare il grado di effettivo apprendimento: chi è in grado di ricordare il maggior numero di vocaboli, vince.

Di seguito un esempio di approccio all’insegnamento dei numeri tramite action song:

Warming Up:

L’ educatore potrà iniziare a contare i bambini poi potrà cominciare a fare domande del tipo: “Quanti occhi abbiamo noi?”, cercando in questo modo di stimolare i bambini ad usare i numeri.

Istruzioni:

L’ educatore spiegherà ai bambini che stanno per imparare una canzone con i numeri e, in questo caso, l’attività non richiederà una particolare spiegazione.

Dimostrazione:

L’ educatore potrà eseguire alcuni esercizi dando delle istruzioni che i bambini dovranno seguire.

Per esempio “Alza una mano”; “Ora, alza due mani”; “Metti giù una mano”; etc.

Attività:

Apprendimento delle canzoni con azioni adatte e dimostrazione delle parole nuove.

One, two buckle my shoe,

Three, four, knock at the door…

I bambini potranno non conoscere le parole shoe e knock per cui queste dovranno essere efficacemente illustrate prima di procedere con il resto della canzone.

Se un’azione non richiede l’utilizzo di materiale, non sono necessarie ulteriori spiegazioni, per cui i bambini possono giocare sia con i giochi dei numeri che con i nuovi vocaboli appresi, che dovranno essere rivisti con azioni adatte. Per esempio, l’educatore farà il gesto di bussare e chiederà ai bambini l’esatto vocabolo.

Conclusione:

L’ educatore ringrazierà i bambini e li saluterà, incoraggiandoli sempre ad usare la lingua inglese quando saluteranno a loro volta.

Sono disponibili un gran numero di canzoni che presentano una vasta gamma di vocaboli; altre canzoni vengono insegnate solo per divertimento, per danzare e per favorire dei movimenti del corpo.

I bambini e le storie:

I bambini, si sa, amano le storie. Esse sono divertenti e motivanti, poiché fanno leva sull’immaginazione dei bambini che vengono coinvolti direttamente. I bambini amano anche ascoltare la stessa storia ripetutamente, aiutando così l’educatore nel suo intento di ripassare vocaboli/parole presenti nella storia. Le storie stesse sono inoltre spesso ripetitive nella struttura e questa ripetitività incoraggia la partecipazione alla narrazione.

Le storie possono essere lette ad alta voce dall’educatore mentre mostra ai bambini i libri raffigurati. Anche se questo elemento di ascolto passivo può essere comunque positivo, è auspicabile un più diretto coinvolgimento dei bambini. Si può per esempio decidere di raccontare insieme una storia, partendo da figure o personaggi proposti dall’educatore. È importante infatti che si dia la possibilità ai bambini di giocare con L2, fare esperimenti, perché solo così la possono far propria.

La creatività dei bambini può essere anche messa al lavoro in un secondo tempo, nel momento in cui le storie vengono recitate o raccontate dai bambini stessi. È questo l’approccio consigliato da TPR-S, ossia total physical response – storytelling, che si propone come secondo stadio rispetto al TPR. Come si è visto in precedenza, il TPR predilige la prima fase di ascolto silenzioso, mentre attraverso storie facili da seguire attraverso le immagini i bambini possono utilizzare ed espandere il lessico appreso, contestualizzandolo.

Inoltre le storie forniscono un elemento di varietà, i bambini infatti contribuiscono con la loro creatività e originalità dando le loro versioni delle storie. In questo modo sono molto motivati a comunicare queste storie ad altri bambini. Inoltre le storie consentono un’esposizione consistente e comprensibile ed un corretto uso di L2, sviluppando così un “orecchio” per la lingua.

I bambini e il gioco

Si è già detto dell’importanza del gioco per i bambini nel momento in cui è stato spiegato l’approccio ludico di questo progetto. In questo spazio l’attenzione viene rivolta ai giochi proposti in L2.

Il gioco costituisce una risorsa privilegiata di apprendimento e di relazioni, consente al bambino di trasformare la realtà secondo le sue esigenze interiori, di realizzare le sue potenzialità, di rivelarsi a sé stesso e agli altri in una molteplicità di aspetti, di desideri e di finzioni, e realizza, nei fatti, il clima ludico della scuola dell’infanzia.

Il gioco è fondamentalmente divertente e in quanto tale motivante. La motivazione proviene soprattutto dal divertimento fornito dalle situazioni di apprendimento.

I giochi sono proposti come attività guidate da regole e che hanno una meta ben precisa. Il gioco è legato all’insegnamento strutturato in modo tale che i bambini siano consapevoli del suo contenuto e imparino L2 quasi senza notarlo.

Il coinvolgimento e l’entusiasmo generato dal gioco possono dare una spinta notevole alla motivazione del bambino e fare un gioco è per i bambini un’opportunità autentica per l’uso della lingua.

PER LA SCUOLA PRIMARIA E SECONDARIA
ESAMI PER LA SCUOLA PRIMARIA E SECONDARIA

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